Nel derby vince la Corea

Nel derby vince la Corea

Marco Bagozzi, Stato&Potenza

La tradizione dava poche speranze alla squadra del Sud: era dall’agosto del 2005 che Seul non portava a casa una vittoria nel derby femminile, laddove i valori calcistici sono ribaltati rispetto alle squadre maschili. Tanto che nel 1990, a Pechino, arrivò anche un durissimo 7-0 per le nordcoreane. Rimane il fatto che ogni incontro inter-coreano ha un sapore particolare, rappresenta di più rispetto ad una semplice partita di calcio. Dopo le tensioni di inizio anno con la minaccia di una nuova guerra a cavallo del 38° parallelo, le interferenze delle grandi potenze e la riapertura del dialogo sulla zona speciale di Kaesong, la trasferta delle ragazze della nazionale femminile a Seul, per la Coppa est-asiatica dell’EAFF (East Asian Football Federation), ha attirato l’attenzione di tutti i media mondiali, non solo sportivi.
Abbiamo già avuto modo di descrivere il ruolo esiziale che lo sport riveste nel processo di riunificazione della Penisola coreana e l’incontro di ieri segna un ulteriore importante passo avanti, anche perchè lo sport riveste per i due paesi un ruolo di primaria importanza, a tutti i livelli.
Negli ultimi mesi la tensione in Corea del Sud era tornata alta, proprio a causa di un calciatore: Jong Tae-Se, il bomber della nazionale di Pyongyang, giapponese di nascita e attualmente sotto controtto con la squadra di Suwon, al sud. Su di lui si erano accesi i riflettori di un’indagine della “Korea Internet Media Association” per “propaganda nordcoreana”, visti i suoi apprezzamenti per il defunto Kim Jong-Il e per il governo del nord. L’attaccante era al primo posto tra i giocatori più votati dal pubblico della KLeague, grazie alle sue ottime prestazioni sottoporta. Posizione persa dopo questa indagine. Jong, che alla sua presentazione si era proposto di diventare “un ambasciatore di pace tra le due Coree”, incurante del problema ha continuato a segnare, riconquistando i tifosi.
Come detto la partita di domenica segna un importante passo avanti in vista delle prossime scadenze sportive: nel settembre 2014 la città di Incheon ospiterà i Giochi Asiatici e nel 2018 toccherà a Pyeongchang ospitare i Giochi Olimpici invernali, e Pyongyang si è detta disposta a collaborare attivamente per la buona riuscita dei Giochi.
La partita ci racconta di un inizio veemente delle sudcoreane, che vanno in vantaggio con Kim Soo-Yun al 26′. Nel giro di due minuti, però, le nordcoreane riescono a ribaltare il risultato con la doppietta di Ha Un-Byol, abile a segnare in mischia (al 36′) e di testa (al 37′).
Nella seconda frazione, le nordcoreane, sostenute anche da un gruppo di una trentina Zainichi Chongryon (coreani nati Giappone e fedeli al governo di Pyongyang), giunti per l’occasione, hanno controllato l’incontro rischiando in una sola occasione di subire il gol del pareggio, sventata da un bel intervento dell’esterno difensore Hong Myong-Hui.
Nel post-partita l’allenatore nordcoreano Kim Kwang-Min ha minimizzato l’importanza politica della partita, cercando di riportare tutto nel recinto di un incontro sportivo, ma un grande segnale è giunto dalla protagonista dell’incontro Ha Un-Byol, che ha chiosato “venire al Sud e sentire gli applausi dei nostri connazionali ci ha dato grande forza”.