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Sydney’s Korean community unites to support North Korea in Asian Cup

By John Donegan
Sydney’s Korean community will unite as the national football teams from both North and South take part in the Asian Cup, which gets underway on Friday night.

Both North and South Korea qualified for the showpiece Asian football event, and Sydneysider Kuan Le has organised a supporters’ group that will barrack for both teams regardless of which side of the border they are from.

Mr Le, a South Korean who now lives in the Sydney suburb of Ryde, said he and his group would support both teams with equal enthusiasm.

“My family is from the south, but we as Koreans support any sports event from north or south,” he told 702 ABC Sydney.

Mr Le is ensuring plenty of support for the North Koreans and will take at least 20 family and friends to the game with him to emphasise that there will be no North-South divide at any of the matches.

North Korea’s first match will be on Saturday against Uzbekistan in Sydney, while the highly fancied South Korea will face Oman also in Sydney on Saturday.

North and South Korea to receive united support

“Korea will be united in the stands,” Mr Le said.

“The whole family, my daughter’s boyfriend and some Australian friends [are going to the game].”

Mr Le has printed an image of the Korean Peninsula on white T-shirts to ensure there is no mistake about who they support.

“Maybe this is the first step to unification,” Mr Le said.

“Like Paul Kelly says, ‘from little things, big things grow’.”

North Korea, ranked 12th in the 16-team competition, will need plenty of support in their match against the fourth-ranked Uzbekistan.

The team, at the time managed by Yun Jong-Su, qualified for the tournament after beating Turkmenistan in the 2012 Asian Football Confederation Challenge Cup.

Jo Tong-sop has taken over management of the team and will look to European players Pak Kwang-ryong and Cha Jong-hyok to lead the young side.


Photo: Kuan Le with his multicultural mix of North Korean supporters (from left) Stefan Kinsky, Daniel Borsic, Sam Owusu-Ansah and Kay Le. (702 ABC Sydney: John Donegan)

Disciplina e internet (con permesso): il calcio “senza gioia” della Corea del Nord

di Talashi Sugiyama, Goal Giappone

Goal ha intervistato il capo ufficio stampa della Corea del Nord alla vigilia della Coppa d’Asia, per capire meglio l’approccio al torneo della Nazionale più misteriosa al mondo.

Quante volte abbiamo sentito certe frasi, anche un filino retoriche, sul calcio che è gioia, divertimento, benessere. Ecco, questi concetti semplicemente non esistono in Corea del Nord, dove ci si accosta all’imminente Coppa d’Asia con un unico obiettivo in mente: tenere alto l’onore patrio.

Goal ha intervistato Lee Kang-Hong, capo ufficio stampa della Nazionale più misteriosa al mondo, per avere qualche anticipazione in vista della partecipazione alla kermesse australiana. Lee Kang-Hong è chiaro al riguardo: “Per noi, divertirsi giocando a calcio è un tabù. Abbiamo sentito i giapponesi dire “Vogliamo giocare e divertirci”, ma io non capisco questo tipo di atteggiamento. Gli amanti del calcio possono divertirsi guardando le partite, ma i giocatori no, i giocatori devono sempre tenere a mente la loro priorità: tenere alto l’onore della patria”.

I nordcoreani partono come mina vagante, ma non hanno paura di volare alto: “Vogliamo arrivare tra le prime quattro. Siamo stati sorteggiati in un girone difficile ma se il nostro obiettivo è partecipare alle Olimpiadi o alla Coppa del mondo, è inevitabile dover affrontare queste squadre”.

Inseriti in un girone con Uzbekistan, Cina e Arabia Saudita, I nordcoreani hanno fatto, a modo loro, un lavoro di preparazione e di osservazione degli avversari: “I cinesi ad esempio sono una squadra ben messa fisicamente, cercheremo di affrontarli nella maniera migliore. Per noi sarà importante giocare in maniera leale e rimanere fedele ai nostri valori”.

Curioso notare come il lavoro di osservazione degli avversari sia avvenuto con modalità non esattamente consentite dalla Juche per la vita di tutti i giorni: “Abbiamo visto le partite dei nostri avversari via internet. Normalmente non possiamo accedere alla rete ma ci è stato consentito grazie a un apposito permesso della Federazione. Anchei nostri ambasciatori in Cina e Uzbekistan ci hanno aiutato, fornendoci i video delle partite”. Il calcio insomma è davvero una questione di Stato, in Corea del Nord.

fonte: goal.com

Coppa d’Asia: le nostre squadre

Di il

Il 2015 del calcio mondiale si aprirà in Australia, più precisamente il 9 di gennaio, con la sedicesima edizione della Coppa d’Asia (trasmessa in Italia da Eurosport).

Da sempre attenti ai risvolti politici delle manifestazioni sportive, noi di Stato e Potenza seguiremo in particolare gli andamenti delle nazionali che sentiamo idealmente più vicine: Cina, Corea Popolare, Palestina ed Iran, con un occhio di riguardo anche per l’Uzbekistan, membro dell’Organizzazione di Shanghai per la cooperazione e quindi pilastro dell’integrazione eurasiatica, e Iraq, insostituibile mattone dell’Asse della Resistenza guidata dall’Iran.

Tre di queste squadre, Uzbekistan, Cina e Corea, giocheranno nello stesso girone B con l’Arabia Saudita, mentre per l’Iran (girone C) si prospettano scontri geopolitici incandescenti con Emirati Arabi, Qatar e Bahrain (tre membri del Consiglio di Cooperazione del Golfo, alleanza filo-americana in Medio Oriente). Per finire Palestina ed Iraq condivideranno il girone D con Giordania e Giappone.

Di seguito una breve presentazione delle “nostre” squadre:

Cina

197All’undicesima partecipazione alla massima competizione asiatica, la squadra allenata dal francese Alain Perrin è la solita grande incognita. Potenza sportiva di livello mondiale, nel calcio non ha ancora trovato un posto al sole, anche se, soprattutto grazie agli imponenti investimenti del Guangzhou Evergrande, negli ultimi anni a livello di club ha fatto sentire la sua voce a livello continentale.

La nazionale è molto giovane, visto che tranne il capitano e totem, miglior giocatore d’Asia nel 2013, Zheng Zhi (Guangzhou), che ha 34 anni, non ci sono over-30. La difesa si baserà sulle certezza Zheng Chen in porta e Zhang Linpeng al centro, entrambi assi portanti del Guangzhou allenato da Marcello Lippi. A centrocampo, oltre al capitano, la stella è Hao Junmin, rientrato in patria al Shandong Luneng, dopo un’esperienza allo Schalke 04 in Germania. Occhio anche a Zhang Chengdong, dopo una lunga esperienza in Portogallo (Mafra, União Leiria e Beira Mar) e Germania (Eintracht Braunschweig), è stato uno dei punti di forza del Beijing Guoan, secondo classificato nella Super Lega Cinese. L’attacco poggerà sulle spalle di Wu Lei (Shanghai East Asia-Dongya), miglior attaccante cinese della stagione, e di Gao Lin (Guangzhou), miglior bomber in attività con 18 reti.

A sorpresa, Perrin non ha convocato Zhang Xizhe, ventitreenne neoacquisto del Wolfsburg, protagonista in patria con il Beijing Guoan (miglior giovane cinese nel 2012 e inserito nella squadra dell’anno nel 2013 e 2014).

Curiosità: 100 anni fa, più precisamente nel maggio del 1915, la Cina conquistò il suo primo torneo internazionale, battendo le Filippine 1-0, e vincendo il torneo dei Giochi dell’Estremo Oriente, una competizione voluta dal CIO e dalla YMCA. La Cina era rappresentata dalla mitica South China Athletic Association, una squadra di Hong Kong composta da soli atleti cinesi.

Uzbekistan

A 198Taškent ripongono molte speranze in questa squadra che punta all’impresa di eguagliare il quarto posto del 2011. Molti calciatori giocano all’estero, su tutti la stella Server Djeparov (due volte miglior giocatore d’Asia, 2008 e 2011), che milita in Sudcorea al Seongnam. Sempre nell’Est Asia gioca il leader difensivo Anzur Ismailov, dal 2011 in Cina al Changchun Yatai. Oltre a Bahodir Nasimov, che gioca in Iran nel Padideh, e Azizbek Haydarov, che gioca nell’Al Shabab di Dubai, gil altri giocano nell’ex Unione Sovietica tra Russia (Odil Ahmedov al Krasnodar, Lutfulla Turaev e Vitalij Denisov alla Lokomotiv Mosca), Kazakistan (Timur Kapadze all’Aktobe) e Ucraina (Sanzhar Tursunov al Vorskla Poltava). Tra i giocatori che sono rimasti in patria il più rappresentativo è Ignatiy Nesterov, trentunenne portiere del Lokomotiv Taškent, non un mostro di regolarità.

Curiosità: Al debutto internazionale l’Uzbekistan conquistò subito un titolo vincendo la medaglia d’oro ai Giochi Asiatici del 1994. Il faro del centrocampo era Mirjalol Qosimov, che oggi siede sulla panchina.

Corea Popolare

199Come la storia dimostra, è la squadra a sorpresa per eccellenza. Due soli i reduci del Mondiale sudafricano del 2010, con il portiere Ri Myong-Guk (Pyongyang) e il terzino destro Cha Jong-Hyok (dal 2011 in Svizzera al Wil FC), rispettivamente 29 e 28 anni. L’altro “vecchiotto” è uno dei due nippo-coreani convocati, il centrocampista capitano del Vegalta Sendai, Ryang Yong-Gi, quasi 400 partite da professionista in Giappone. Il resto della squadra è giovanissimo, basata essenzialmente sul gruppo che ha vinto recentemente la medaglia d’argento ai Giochi Asiatici di Incheon. Le stelle saranno gli attaccanti Pak Kwang-Ryong (gioca con il Vaduz, squadra del Liechtenstein che gioca nella Serie A svizzera, ma è in prestito dal Basilea, squadra con la quale ha già giocato in Champions League) e Jong Il-Gwan del Rimyongsu, già Miglior giovane asiatico nel 2011 e ormai punto di riferimento della squadra. Il Rimyongsu, che ha recentemente raggiunto la finale della President’s Cup (senza molti titolari), fornisce la nazionale anche del leader difensivo, il ventitreenne Jang Song-hyok, che ha messo a segno il rigore che ha garantito la qualificazione alla RPDC, vincendo la Challenge Cup del 2012, il terzino destro Ro Hak-su, reduce da un periodo di prova al Luč-Ėnergija di Vladivostock, oltre al regista Pak Song-Chol, uno dei veterani con i suoi 27 anni, oltre che insidiosissimo con le sue traiettorie su punizione. L’altro nippocoreano convocato è Ri Yong-Jik, centrocampista del Tokushima Vortis.

Sulla panchina sarà seduto Jo Tong-Sop, cinquantacinquenne, già allenatore della nazionale under-19 campione d’Asia nel 2010 e della nazionale maggiore nella scorsa Coppa d’Asia.

Curiosità: sono due i convocati dell’Hwaebul, Choe Won, 22 anni attaccante, e Jang Kuk-chol, 20 anni difensore: l’Hwaebul, in coreano “Fiamma”, è una squadra recentemente fondata dal Leader Kim Jong-Un, come rappresentante calcistico del Comitato Centrale della Lega Socialista Giovanile Kim Il Sung.

Iran

200Confermato il portoghese Carlos Queiroz sulla panchina, gli iraniani si presentano con la squadra che meglio tra tutte le asiatiche si è comportata ai Mondiali brasiliani. Non sono i favoriti (Giappone ed Australia), ma subito dietro tutti mettono i persiani. Personalmente li ritengo la squadra più completa del novero.

La saracinesca sarà ancora Alireza Haghighi, impegnato in Portogallo con il neopromosso Penafiel. L’uomo chiave in difesa è Amir Sadeghi, leader dell’Esteghlal. A centrocampo tutto gira attorno all’uomo cardine, il capitano Javad Nekounam, 144 presenze in nazionale (con 37 reti). Gli scudieri saranno Andranik Teymourian, il cristiano del gruppo, che gioca in patria nel Tractor Sazi, e Masoud Shojaei, che gioca in Qatar all’Al-Shahania. La fantasia è fornita da Ashkan Dejagah, ormai “esiliato” dalla Germania dove è cresciuto e dove ha fatto molto discutere per le sue posizioni politiche filo-Ahmadinejad. L’attacco poggia sulle spalle di “Gucci” Reza Ghoochannejhad , bomber del Charlton Athletic in prestito all’Al-Kuwait. Tre le giovanissime stelline in attacco, Alireza Jahanbakhsh, ventenne degli olandesi del NEC, Sardar Azmoun, ventunenne di etnia turkmena del Rubin Kazan, e Karim Ansarifard, ventiquattrenne dell’Osasuna. Partiranno dalla panchina, ma il futuro è assicurato.

Curiosità: oltre alla rivalità politica, in campo tra Iran e Qatar ci sarà tanto altro. Nelle ultime qualificazioni mondiali, il Qatar perse per 5-1 l’ultima gara in Uzbekistan subendo tutti e 5 i gol nel secondo tempo ed obbligando l’Iran a vincere nella difficile trasferta in Sud Corea (0-1, Ghoochannejhad). Secondo gli iraniani, i qatarioti, già matematicamente eliminati, fecero di tutto per favorire gli uzbeki ed impedire agli iraniani, sciiti e “nemici”, di qualificarsi ai Mondiali.

Palestina

202Vincendo nelle Maldive l’ultima edizione della Challenge Cup, la Palestina ha conquistato la sua prima storica partecipazione alla Coppa d’Asia. Ammessa appena nel 1998 dalla FIFA, la Federcalcio palestinese deve districarsi tra i ben noti problemi politici. Nonostante ciò, con la vittoria della Challenge Cup, l’AFC ha deciso di premiare i Leoni di Canaan come squadra dell’anno nel 2014: un riconoscimento che ha un importanza straordinaria per il martoriato popolo palestinese.

Difficilmente i palestinesi, allenati da Saeb Jendeya, storico difensore della nazionale, riusciranno a superare il turno, ma la sola partecipazione è un successo.

La porta sarà difesa dal capitano Ramzi Saleh, 34 anni, che gioca in Egitto nello Smouha. Altro espatriato è Ashraf Nu’man, dei sauditi dell’Al-Faisaly, attaccante e mattatore della Challenge Cup con 4 reti tra cui quella più importante nella finalissima. Miglior giocatore della manifestazione fu il centrocampsita Murad Ismail Said, che gioca nell’ Hilal Al-Quds, squadra che fornisce ben 8 giocatori alla nazionale. Dalla florida componente palestinese nata e vissuta in Sudamerica l’unico reduce è Alexis Norambuena, nato a Santiago del Cile, e attualmente impegnato nel campionato polacco con il GKS Bełchatów.

Curiosità: nei primi anni 2000, soprattutto sotto la gestione tecnica di Nicola Hadwa Shahwan, venne attivato un canale preferenziale con la vasta comunità di palestinesi del Sudamerica. Tra gli altri giocarono in nazionale i cileni Roberto Bishara, Roberto Kettlun, Edgardo Abdala, Francisco Atura ed Hernán Madrid e gli argentini Pablo Abdala ed Alejandro Naif. Nel 1920 in Cile fu fondato, da esponenti della diaspora palestinese, il Club Deportivo Palestino.

Iraq

Tutto girerà attorno alla leggenda, il capitano Younis Mahmoud, se giocherà su ottimi livelli l’Iraq potrà fare molta strada. È lui infatti, da ormai un decennio abbondante, il fulcro della squadra, con 131 partite e 51 reti. Attualmente è senza squadra e questo potrebbe pesare sulla preparazione fisica e l’abitudine ai ritmi delle gare. Ben nove giocatori provengono dall’Al Shorta, la principale squadra di Baghdad, tra questi l’altro veterano, il difensore Salam Shaker. A centrocampo occhio ad Ahmed Yasin, il Cristiano Ronaldo iraqeno cresciuto ad Örebro, in Svezia. Tra i giovani i più interessanti sono Ali Adnan, ventunenne dei turchi del Rizespor, e Ahmad Ibrahim, ventiduenne dell’Ajman, squadra degli Emirati Arabi Uniti.

Curiosità: nel 1989 l’Iraq under-20 giocò in Arabia Saudita il mondiale di categoria. Nel girone eliminatorio batté la Norvegia, la Spagna e l’Argentina. Nella gara contro l’Argentina, che aveva in campo Diego Simeone, decise il rigore di Radhi Shenaishil, attuale tecnico della nazionale.

La Corea è la terza squadra più giovane della Coppa d’Asia

1z70v4mCon 24,45455 anni di media la RPDC è la terza squadra più giovane di tutta la Coppa d’Asia. Solo l’Iraq, più giovane di 1,5 anni di media, e la Cina, di un’inezia, supera i coreani.

La squadra più “esperta” è l’Iran.

Inoltre nel numero di presenze (seppur incompleto) la Corea è la meno esperta di tutte le squadre.

Da questi dati si evidenzia come la Coppa sia in realtà un modo per dare il via al progetto 2015-2018, con le qualificazioni alle Olimpiadi di Rio e ai Mondiali russi come obiettivi prioritari.
(chissà quanti, in occidente, avranno coraggio di scriverlo!)

Asian Cup 2015: North Korea preparations shrouded in secrecy ahead of opening game

IT’S the case of the disappearing footballers – an entire squad enveloped in as much mystery as you might expect when they hail from the world’s most repressive regime.

North Korea’s football team will arrive in Sydney ahead of the Asian Cup early next week – but so far every part of their planned whereabouts has been treated appropriately like a state secret.

Where the other 15 competing nations have notified organisers and media of their training venues and pre-tournament friendlies, North Korea will apparently arrive and simply hide away until their opening game against Uzbekistan at ANZ Stadium on January 10.

The team is currently training in the Chinese province of Hainan, before heading to Sydney to finish their preparations.

It may not be a surprise, given the iron secrecy with which North Korea treats all of their affairs, and officials at the Asian Football Confederation say the Communist state’s football team simply ignores many strictures that relate to openness and media access.

How easy it will be to hideaway once the team is here remains to be seen, but then this is hardly a side not used to controversy.

Head coach Yun Jong Su is serving a one-year ban by the AFC for apparently abusing match officials after his side lost the Asian Games final to hated rivals South Korea two months ago.

Brilliantly though Su will be allowed to register as a team official and still conduct training sessions – just not coach the team on match days – though his predecessor Jo Tong-sop has been registered with the AFC as “head coach”.

It will also be interesting to see the support the team gets in that first game, after rows of “fans” in suspiciously identical garb at the 2010 World Cup were revealed to be hand-picked Chinese supporters there to support their “Communist cousins”.

 

fonte: news.com.au

“Il nostro obiettivo sono i quarti di finale”

Ri Kang Hong, segretario generale della Federazione calcistica della RPDC, ha dichiarato che l’obiettivo minimo della nazionale in questa Coppa d’Asia è raggiungere i quarti di finale. In merito agli avverari del girone ha dichiarato: “L’Uzbekistan è messo molto bene dal punto di vista fisico, ma non abbiamo nulla da temere. L’avversario più insidioso è l’Arabia Saudita, che ha un gioco opposto al nostro. La Cina è una potenza sportiva ma calcisticamente non abbiamo nulla da invidiarle”.

Nel frattempo sembra rimandata a dopo la Coppa d’Asia la trattativa con Slišković visti i tempi ormai strettissimi (entro due giorni devono essere diramate le convocazioni finali).