Un Messico perfetto stende la Corea


Jo Tong-Sop punta sugli stessi 11 che hanno fermato l’Inghilterra, messicani che puntano sul talento dei loro attaccanti per conquistare i primi punti nel girone.
Partenza a spron battuto per i centroamericani che mettono subito alle corde la difesa coreana che si salva con un po’ di fortuna nei primi 20 minuti.
Gli asiatici si sistemano e provano ad affacciarsi nella centrocampo avversaria ma senza concludere.
Con una botta da lontano di De Buen, smanacciata sulla traversa da Om Jin-Song, i messicani vanno vicini al vantaggio.
Ma mentre le squadre stavano già pensando all’intervallo, una splendida azione di Davila crea scompiglio nella difesa asiatica: il capitano Jang Song-Hyok rinvia ma colpisce il compagno Ri Yong-Chol. La palla lentamente finisce alle spalle di un incolpevole Om Jin-Song.
Il gol spezza le gambe ai coreani che ritornano in campo nel secondo tempo ancora increduli e subiscono la maggior tecnica della squadra messicana decisa a chiudere la pratica.
Il centrocampo centroamericano domina il campo e la Corea ha grosse difficoltà a ripartire, con i tre marcantoni della difesa avversaria che dominano fisicamente Jong Il-Gwan e Pak Song-Chol.
Ci pesa allora l’attaccante del Chivas Taufic Guarch a chiudere l’incontro con una botta da 30 metri che si infila nel sette nonostante la deviazione di Om Jin-Song.
I messicani forti del 2-0 controllano il campo e non forzano, i coreani mostrano tutti i loro limiti nella costruzione del gioco.
Solo negli ultimi minuti di gioco Jong Il-Gwan spaventa la difesa avversaria con un colpo in acrobazia, alto di poco.
Nell’ultimo minuto di recupero è ancora una botta dalla distanza su punizione di De Buen a sorprendere un lento Om Jin-Song e certifica il 3-0 finale.
Corea virtualmente eliminata (servirebbe un miracolo contro l’Argentina, che, però, potrebbe arrivare già qualificata all’ultima partita).
I ragazzi coreani pagano a dismisura l’inesperienza in campo internazionale e la “solita” sfortuna nei sorteggi, che li pone sempre nei cosiddetti “gironi della morte”, contro squadre nettamente più forti che possono mettere in campo maggior freschezza fisica, maggior tecnica ed superiore esperienza internazionale. Basterebbe, per una volta essere sorteggiati in gironi più abbordabili (vedi ad esempio il girone dell’Arabia Saudita con Croazia, Nigeria e Guetemala) per sperare di ottenere dei risultati più interessanti.
Comunque, tutta esperienza accumulata, che può tornare utile per le prossime avventure sportive della nazionale maggiore, che può attingere nelle sempre fertili nazionali minori.
 
Migliore in campo: Mun Hyok

5 comments

  1. Pur con tutto il mio sostegno ai ragazzi coreani, questa volta non posso evitare di porre delle critiche.
    In tutta franchezza mi sono visto solo il primo tempo (poi ero troppo stanco) e devo dire che ho poche parole di "scusa" per i nostri ..
    Una squadra che mi è sembrata molto diversa da quella che ha affrontato l'inghilterra e sicuramente non quella che ha trionfato nella Coppa d'asia.
    Sincermente mi sono davvero sembrati una squadretta da calcio di quartiere piuttosto che la squadra che diventerà la rappresentante della DPRK adulti.
    Lentezza nei passaggi, scarsa precisione, inaccuratezza nelle manvre.. le critiche peggiori le muovo al centro-campo fondamentalmente "Inattivo".
    Le due punte d'attacco facevan quello che potevano ma erano praticamente "soli" senza supporto dal centrocampo… e al contempo i centrocampisti erano troppo lenti nel bloccare le avanzate avversarie e non riuscivano a riciclarsi come "difensori in più".
    Seriamente parlando l'unico che si è segnalato in campo è stato proprio il nostro estremo difensore che si è visto in qualche discreta parata.
    Ritengo ci sia molto da lavorare e da rivedere per capire cosa è successo ..

  2. Non posso non darti ragione.
    Dal mio punto, di vista la mancata "internazionalizzazione" dei giocatori (esperienze in altri campionati, amichevoli contro squadre europee o sudamericane, alzare i livelli dei campionati), pesa troppo a questi livelli. Nel Messico c'erano giocatori che hanno fatto la Libertadores, la Copa America, che hanno già due campionati da titolari nelle prime squadre.
    Ad esempio, Jong Il Gwan, dopo il campionato asiatico under-19 ha fatto "esperienza internazionale" giocando contro Nepal, Afghanistan, Sri Lanka e amichevole contro la Cina. Per il resto ha giocato solo nel campionato coreano…
    Secondo me la federazione deve pensare ad un vasto programma di sviluppo, magari mandando alcuni calciatori a giocare in campionati in via di sviluppo come quello cinese.
    E poi, oggettivamente, c'è da dire che abbiamo una sfortuna cosmica nel sorteggio.

  3. Purtroppo la DPRK paga la cattiva fama a livello internazionali e la chiusura del regime verso l'esterno. Pochi agenti di mercato intrattengono relazioni con la Corea del Nord. Il campionato cinese non permette una maturazione adeguata poiché il calcio cinese è ancora in via di sviluppo. In Corea del Sud da decenni ci sono maestri, istruttori europei che hanno esportato idee e tecniche dall'Occidente calcistico. In Corea del Nord questo manca, la fomrazione tecnico-tattica degli allenatori è ferma ai tempi del maresciallo Lobanovsky, fautore di un calcio pragmatico è tutto improntato sul collettivo. Le individualità sono troppo penalizzate (avete visto i movimenti delle punte che si sacrificano in copertura?). E poi c'é da dire che le squadre Europee e Sudamericane dal punto di vista del talento sono un gradino sopra (a questa età il talento conta tantissimo, più della tattica). Comunque la Corea del Nord ha un grande potenziale calcistico che è espoloso da pochi anni, diamo tempo ai tecnici ed ai giocatori di lavorare con serenità!

  4. C'era stato un accordo con la federazione tedesca per la formazione di tecnici ed allenatori. Ma temo che dopo il problema doping ai mondiali sia saltato tutto.

  5. Il problema è anche la tattica troppo remissiva. In questi due mondiali ho visto sempre i ragazzi scendere in campo con l'idea di portare a casa lo 0-0 (tranne nella partita con il Mali dell'Under 17).
    L'idea di un gioco collettivo potrebbe anche essere vincente, ma si deve puntare a giocare in modo più offensivo, anche con il rischio di subire qualche rete.

    Tanto, parliamoci chiaro, arrivare nei primi 4 è durissima a questi livelli, tanto vale giocare per destare una buona impressione e puntare a piazzare qualche giovane.

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