Monthly Archives: febbraio 2011

Lo sport coreano e la lotta di liberazione nazionale

Riportiamo la prima parte dell'articolo di Mauro Valeri, Il pallone asiatico passa per Seoul, apparso su i quaderni speciali di Limes "Corea, la guerra sospesa".
L'articolo è dedicato alla storia del calcio sudcoreano, ma questo primo paragrafo è meritevole di essere riporato per ricordare quello che è stato il ruolo dello sport nella lotta di liberazione nazionale del Popolo coreano.

Secondo un ipotesi avvalorata da diversi studiosi, il calcio avrebbe un antenato asiatico: lo cuju inventato dai cine­si nel 2600 a.C, da cui sarebbe derivato il kemari giapponese nel 1000 a.C, e la sua variante coreana, il ch'ukku. Tuttavia, dato che per gran parte del XX secolo il calcio asiatico è rimasto ai margini dello scenario internazionale, ad aver credi­to è un'altra ipotesi, quella classica, che ritiene che anche nella penisola coreana il soccer sia stato portato dagli inglesi già alla fine del XIX secolo. Per la precisio­ne nel 1882, ad opera del solito equipaggio inglese giunto al porto di Inch'òn. In realtà, le prime notizie di tentativi di organizzare il calcio coreano risalgono solo al periodo dell'occupazione giapponese (1910-1945).
Sappiamo che nel 1921 viene disputato il primo campionato, che nel 1929 sono organizzate partite tra squadre di P'yóngyang e di Kyòngsòng (antico no­me di Seoul) e che nel 1933 viene istituita una federazione calcistica. Ma in que­sti anni di occupazione, il vero mito sportivo è Son Kijòng. Nato nel Nord della Corea, dopo aver battuto nel 1935 il record mondiale di maratona con 2h26'42", era stato portato alle Olimpiadi di Berlino come membro della delegazione giap­ponese, che lo aveva iscritto con il nome nipponizzato di Son Kitei. Davanti a Hitler, Son aveva vinto, quasi in scioltezza, la medaglia d'oro, mentre il bronzo era andato a un altro coreano, Nam Sùng'yong, anche lui iscritto come giappone­se. Da nazionalista convinto qual era, nel corso della cerimonia di premiazione Son aveva abbassato la testa in segno di protesta. Anche dopo aveva continuato a firmarsi con il suo nome coreano e a dichiarare che il suo paese non era il Giappone ma la Corea (anche se ancora oggi quelle medaglie sono assegnate al Giappone).
Anche nel calcio avvengono episodi di ribellione sportiva. L'evento più si­gnificativo si registra il 16 agosto 1942 quando a Kyòngsòng, nel corso di un'amichevole, una rappresentativa coreana batte con un sonoro 5-0 la Nazionale giapponese.

 

Amichevole calcio femminile: Santos FC – RPD Corea 1-1

Tour brasiliano per la nazionale femminile: Santos FC – RPD Corea 1-1
 
6 febbraio 2011 – Prima amichevole in terra brasiliana per la nazionale femminile coreana, a Vila Belmitro, contro il Santos FC.
La Coreaè passata in vantaggio grazie a Kim Yong Ae, al 30esimo del secondo tempo. Il pareggio è stato messo a segno al 90esimo dalla fuoriclasse brasiliana Marta, che con questa rete ha salutato il Santos, prima di passare nel campionato statunitense. La rete brasiliana è viziata da un evidente fuorigioco.
La nazionale coreana, dopo l’amichevole, è rientrata nel ritiro nella Fazenda Ipe, del Club Atletico Sorocaba.

La prossima amichevole della nazionale coreana è prevista per il 20 febbraio contro il Botucatu/Ferroviária allo stadio “Dr. Acrísio Paes Cruz” (ore 15.30 locali)

IL QUADRIENNIO 2011-2014: PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO CALCISTICO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE DI COREA

IL QUADRIENNIO 2011-2014:
PROSPETTIVE DELLO SVILUPPO CALCISTICO
DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA POPOLARE DI COREA

 
di Marco Bagozzi, Chollima Football Fans
http://calciocorea.splinder.com/

L’anno calcistico 2010 (chiuso con la Coppa d’Asia, nel mese di gennaio 2011) ha rappresentato per la Repubblica Democratica di Corea un anno di svolta importante.
Certo, analizzando i soli dati usciti dal campo, i risultati non sembrano incoraggianti: tra Mondiali e Coppa d’Asia, la Corea ha giocato 6 partite, con 5 sconfitte ed 1 pareggio, ha subito 14 reti e realizzato un solo gol. Ma se escludiamo la seconda sciagurata parte della seconda partita della rassegna sudafricana, con quel 7-0, possiamo sostenere, senza ombra di dubbio, che la nazionale coreana non ha sfigurato anche con avversari ben più quotati (vedi la sfida con il Brasile).
Analizzando però l’anno calcistico coreano da una prospettiva di sviluppo del movimento di più ampio spettro, non possiamo non definire l’appena concluso anno come il più importante per la storia del calcio nella RPD Corea.
Certo, qualcuno potrebbe obiettare che il 1966, con la semifinale mondiale non raggiunta solo perché sul cammino dei “Chollima” è piombato il più forte giocatore dell’epoca, Eusebio, rappresenta l’apice più importante del movimento calcistico del paese socialista. Ma quell’exploit fu frutto di una fortunata e sistematica “improvvisazione”, il che non toglie nulla all’epopea di una squadra che ha scioccato il mondo.
Ma il 2010 calcistico coreano rappresenta altro: rappresenta il punto di partenza di un progetto di ampio respiro, che coinvolge non solo la nazionale maggiore, ma anche tutte le scuole calcio del Paese: la vittoria della Coppa d’Asia sia della nazionale Under-16, che di quella Under-19, è un’ipoteca sul futuro calcistico, almeno a livello continentale, e le due esperienze, quella Mondiale e quella asiatica, cimentano un gruppo di per se già molto giovane (età media 22 anni e 5 mesi, la più giovane di tutto il mondiale) e ripropongono sulla scena internazionale una nazionale che mancava ai Mondiali dal 1966 e alla Coppa d’Asia dal 1992 (unica altra presenza nel 1980, quando finì al quarto posto). Non vanno dimenticate nemmeno le ottime prestazioni, tutte chiuse con le vittorie nella AFC Challenge Cup (la coppa fra le nazionali emergenti asiatiche, che qualificava di diritto alla Coppa d’Asia) e nei tre tornei amichevoli in Qatar (con Qatar, Iran e Mali) e Vietnam (Vietnam Football Federation Cup, con Corea del Sud under-23, Vietnam e Singapore e Thang Long-Hanoi Football Cup, con la nazionale under-23, contro Vietnam, Australia e Kuwait).
L’integrazione dei migliori calciatori delle nazionali minori con l’asse portante della nazionale maggiore e i Zainichi (i coreani etnici nati in Giappone) di maggior prospettiva, può creare quel cocktail vincente (ovviamente non intendiamo per la vittoria finale, ma l’obiettivo è migliorare i risultati ottenuti) nei prossimi 4 anni, con gli impegni importantissimi come Olimpiadi di Londra (luglio-agosto 2012; e si ritorna in Inghilterra, come nel 66…), Mondiali brasiliani (giugno-luglio 2014) e Coppa d’Asia (gennaio 2015).

L’ASSE PORTANTE DELLA SQUADRA. GLI INSOSTITUIBILI
Ri Kwang Chon – An Yong Hak – Jong Tae Se: è questo l’insostituibile asse portante della nazionale coreana. Sono i tre uomini più importanti, quelli che assicurano il salto di qualità. Ri Kwang Chon è un difensore centrale, 25 anni, di grande prospettiva. Elegante nell’anticipo, forte fisicamente, buona velocità di base e insuperabile nell’uno contro uno. La certezza di una difesa molto ben organizzata (tutti gli osservatori la descrivono come il punto di forza della nazionale). Recentemente premiato come miglior giocatore coreano del 2010 è reduce da un’ottima Coppa d’Asia. Meriterebbe un’esperienza in un campionato europeo, che gli permetterebbe di crescere a livello tattico e di aggiungere ulteriore personalità nelle sue prestazioni.
An Yong Hakè il totem del centrocampo, 32enne, è il giocatore di maggior esperienza, grazie al suo passato nella K-League (il campionato sudcoreano) e alla sua attuale militanza nella J-League (quello giapponese), due dei campionati più competitivi d’Asia.
In attacco, naturalmente, l’insostituibile è Jong Tae Se, 26 anni. Protagonista di un grande Mondiale in Sud Africa e di uno straordinario inizio di stagione nella squadra tedesca del Bochum (con la quale punta alla promozione nella Bundesliga), a pagato un infortunio e uno scadimento di forma negli ultimi mesi dell’anno, che hanno influito sulla sua prestazione in Coppa d’Asia. La scelta di partecipare comunque, rischiando una ricaduta al ginocchio infortunato, così come la volontà di mettersi in gioco è assolutamente lodabile e ha assicurato un forte sostegno della squadra al suo attaccante. Ma Jong Tae Se è l’uomo che può offrire il salto di qualità. Non ci nascondiamo dietro ad un dito: il Jong Tae Se che ha giocato i mondiali è uno dei migliori attaccanti asiatici, di sicuro uno tra i più completi e l’impatto con la 2.Bundesliga tedesca lo ha dimostrato.
 
L’INTEGRAZIONE DEI GIOVANI
Come già abbiamo scritto sopra, le nazionali minori della RPD Corea hanno ottenuto risultati eccezionali nel 2010: a novembre la nazionale Under-16 ha trionfato in Uzbekistan (in finale contro i padroni di casa, 2-0), mentre la nazionale Under-19 ha portato a casa la Coppa d’Asia di categoria contro la temibile Australia del talentino Kerem Bulut. A timbrare la vittoria è stata la tripletta (risultato finale 3-2) di Jong Il Gwan, attaccante classe ’91 del Ch'ŏngjin Chandongcha, autore di 5 reti nella competizione ed eletto Miglior giovane asiatico dell’anno (è il terzo coreano dopo Choe Myong Ho, nel 2005, e Kim Kum Il, nel 2007).
Le due vittorie hanno garantito ai giovani coreani la partecipazione ai mondiali Under-17 e Under-20 e una buona prospettiva di qualificazione in vista del torneo pre-olimpico (riservato agli under-23, considerando anche la giovanissima età di molti esponenti della nazionale maggiore).
E’ evidente quindi che queste esperienze potranno risultare fondamentali anche in vista dell’integrazione dei giovani nella nazionale maggiore: già in Coppa d’Asia è stato schierato sempre titolare Jon Kwang Ik, terzino sinistro, capitano dell’Under-19, con risultati decisamente soddisfacenti.
Altri giocatori decisamente interessanti per il passaggio in nazionale maggiore sono il portiere Om Jin Song e l’attaccante Pak Song Chol (autore di 3 reti nella competizione e di 2 reti nella Challenge Cup).
La prospettiva di sviluppo dei giovani coreani è stata evidenziata sia dal veterano An Yong An[1] sia da osservatori esteri, come ad esempio il talent scout della squadra francese Monaco, Hedna Mustapha, tanto da spingere il giornalista Peter Stebbings a dire che il “prossimo Messi” potrebbe nascere in Corea[2].
Da sottolineare inoltre che le caratteristiche difensive della nazionale maggiore sono una caratteristica vincente anche delle nazionali giovanili: sia l’under-16 che l’under-19 hanno subito solo 3 reti nelle due manifestazioni continentali (a fronte di 13 reti segnate per l’under-16 e di 12 segnate dall’under-19).
 
I ZAINICHI E LO SVILUPPO DEI COREANI DI GIAPPONE
Il calcio giapponese è quello che esprime la nazionale campione d’Asia. Ma, per paradossale che possa sembrare, l’eroe della finale contro l’Australia è un coreano etnico, Lee Chung Sun, conosciuto in Giappone con il nome di Tanadari Lee. Lee, c’è da dire, aveva già scelto la nazionale sudcoreana, per le sue esperienze nell’under-20, prima di optare definitivamente per la nazionale nipponica. I cosiddetti Zainichi (in giapponese significa “stare in Giappone”) sono quasi 590.000, provenienti dalla penisola coreana in diverse ondate, fin dai tempi dell’occupazione nipponica.
I Zainichi si dividono tra la scelta della nazionalità giapponese, quella sudcoreane e quella della RPD di Corea.
I cosiddetti Chongryon, sono quelli che anno scelto la nazionalità della RPD. La maggior parte di essi si è istruita nelle scuole finanziate dal governo di Pyongyang che si trovano nel territorio giapponese e nella Korea University, di Kodaira, vicino a Tokyo. Questa università dispone anche di una squadra di calcio. Oltre alla squadra universitaria la più famosa squadra Zainichi è la Zainichi ChosenFootball Club.
Nella squadra della Korea University è cresciuto calcisticamente, ad esempio, Jong Tae Se.
Sono 6 i calciatori coreani che giocano nella J-League, la prima divisione giapponese. I più importanti sono, naturalmente, i nazionali An Yong Hak, da poco passato ai Kashiwa Reysol, squadra che ha vinto l’ultima J-League 2, e Ryang Yong Gi, capitano e stella del Vegalta Sendai.
L’esperienza dei giocatori che militano nella J-League1 e nella J-League2 alzeranno decisamente il valore tecnico della squadra nazionale, come già dimostrato dalle ottime prestazioni di An Yong Hak e di Ryang Yong Gi, in particolare nella Challenge Cup, in cui è stato votato come miglior giocatore (autore fra l’altro di 5 reti).
In particolare quest’ultimo potrebbe diventare l’uomo in più della squadra nazionale: giocatore di grande classe, esperienza e fantasia, è un classico numero 10, che però trova difficile collocazione tattica nel rigido 4-4-2 impostato da Jo Tong Sop.
 
L’ESPERIENZA IN EUROPA
Lo sviluppo del calcio coreano passa necessariamente dalle sempre più numerose esperienze nel calcio europeo, pur rimanendo caratterizzate da esperienze di basso medio-livello (esulando il circo mediatico e pubblicitario, vedasi lo sviluppo del calcio giapponese e sudcoreano, e quello che sarà dello sport cinese, con l’emigrazione dei calciatori verso il calcio europeo).
I calciatori della RPD Corea che hanno militato in Europa sono:
Choi Myong Ho: 2006-07 in Russia nel Krylia Sovetov Samara (I.div)
Hong Yong Jo: 2007-08 in Serbia nel Bezanija FC (I.div., 2008-10 in Russia nel Rostov FC (I.div.)
Hong Kum Song: 2009-10 in Lettonia nel Dinaburg (I.div.), dal 2010-11 sempre in Lettonia nel Daugava Daugavpils (I.div.)
Ri Myong Jun: 2009-10 in Lettonia nel Dinaburg(I.div.), dal 2010-11 sempre in Lettonia nel Daugava Daugavpils (I.div.)
Yong Lee Ja: 2008-10 in Serbia nel FK Nepredak Krusevac (II.div.)
Pak Chol Ryong: 2008-09 Concordia Basel (II.div.)
Ri Kwang Il: 2009-2010 in Serbia nel FK Radnički 1923 Kragujevac (III.div) e 2010-11FK Erdoglija Kragujevac
An Il Bon: 2009-2010 in Serbia nel FK Radnički 1923 Kragujevac (III.div)
Myong Cha Hyon: 2009-2010 in Serbia nel FK Radnički 1923 Kragujevac (III.div)
Attualmente militano in Europa:
Cha Jong Hok: 2010-11 in Svizzera nel Wil FC  (II.div.)
Jong Tae Se: 2010-11 in Germania nel Bochum VFL (II.div.)
Kim Kuk Jin: 2008-09 in Svizzera nel Concordia Basel (II.div.), 2009-11 sempre in Svizzera nel Wil FC (II.div.)
In particolare evidenziamo le diverse esperienze nel campionato svizzero, grazie all’opera di mediazione del presidente StephanGlaser, presidente del Concordia Basel, che ha negoziato direttamente i trasferimenti con il ministero dello sport coreano[3].
 
UN’EVOLUZIONE TATTICA?
Ai mondiali sudafricani, Kim Jong Hun aveva schierato la squadra con un difensivo 5-3-2. Diversa invece l’interpretazione tattica di Jo Tong Sop, che ha puntato su un più aggressivo 4-4-2 (con esterni molto offensivi come Ryang Yong Gi, Mun In Guk e Kim Kuk Jin).
Diventa, però, necessario ridisegnare il modulo tattico della nazionale (e qui l’esperienza degli “europei” può tornare molto utile), magari proponendo con una certa frequenza il trequartista classico, schierando dietro alle due punte Ryang Yong Gi, comunque sufficientemente coperto da un centrocampo a 3 (An Yong Hak, Mun In Guk, Pak Nam Chol).
Il finale di partita contro l’Iraq (il “dentro o fuori” della Coppa d’Asia) ha dimostrato che Ryang Yong Gi si esprime con maggiore qualità quando può giostrare sulla trequarti, senza particolari consegne tattiche.
Passare attraverso un’evoluzione dello scacchiere in campo, una maggior fluidità e una maggior elasticità tattica è fondamentale se si vuole impostare un piano di sviluppo che, integrando i giovani, voglia portare la RPD a giocare per traguardi importanti nel prossimo quadriennio.
 
LE BUFFONATE DEI MEDIA OCCIDENTALI E SUDCOREANI
Come già scritto nelle prime righe di questo articolo, il momento più basso di questo anno calcistico è stato il “drammatico” secondo tempo contro il Portogallo (il primo tempo si era concluso sull’1-0). Non stentiamo a credere che le pressioni mediatiche di quei giorni abbiano, e non poco, intaccato la stabilità psicologica della nazionale coreana, soprattutto di fronte ad un impegno così importante e probante, con il quale i giocatori coreani non si erano mai imbattuti.
In particolare, durante il mondiale di Sud Africa, la propaganda mediatica ha sfruttato ogni minimo particolare della trasferta africana per mettere in cattiva luce il “regime di Kim Jong Il”.
All’inizio dei mondiali, la stampa oltre a presentare la nazionale sotto una luce a dir poco pagliaccesca, ha cominciato a far uscire voci “inquietanti”: ad esempio si sosteneva che la nazionale, invece di utilizzare il pullman messo a disposizione dalla FIFA, stava utilizzando un pullman completamente nero, con i vetri oscurati, per evitare “di essere riconosciuti”. Ma questa foto http://ameblo.jp/jongtaese9/image-10553767210-10571108048.html tratta dal blog di Jong Tae Se e questo video http://www.elufa.net/fifa/0617/0617.wmv dimostrano come questa notizia fosse infondata.
Abbiamo anche sentito dire che il pianto di Jong Tae Se, l’immagine più forte del mondiale, fosse dovuto dal sentire la pressione di una “dittatura terribile” (Mario Sconcerti su Sky), dimenticando che Jong Tae Se poteva scegliere fra tre cittadinanze e ha optato per la scelta coreana, ben conscio dell’ideologia fondante la Repubblica Popolare.
Nei giorni precedenti alla sfida con i Lusitani, inoltre, fu messa in giro la notizia della “fuga per asilo politico” di quattro calciatori (Kim Myong Won, Kim Kyong Il, Pak Sung Hyok, An Chol Hyok), ripresa da tutti i più importanti organi di stampa sportivi e non[4]. Naturalmente la FIFA aveva subito smentito la notizia, dichiarando che si trattava semplicemente di un errore nella comunicazione e nella trascrizione della formazione della partita contro il Brasile. Notizia inoltre smentita dagli allenamenti successivi in cui i quattro “fuggiaschi” erano regolarmente presenti.
Ma l’apogeo delle buffonate mediatiche è arrivato dopo il ritorno in Patria.
Copione già visto e già letto. Già nel 1966 cominciarono a girare strane voci: i giocatori sono stati internati perché hanno festeggiato in “modo borghese” i loro successi. Voci smentite da un interessantissimo documentario realizzato dall’inglese Daniel Gordon, The Game of Their Lives, che ricostruisce la storia dell’epopea dei mondiali del 1966 e intervista alcuni dei protagonisti di quell’impresa, che raccontano una storia ben diversa da quella propagandata, ancora oggi[5], in occidente.
Il documentario è visibile integralmente su Youtube:
http://www.youtube.com/watch?v=fZcARgTqADU
Ovviamente queste storie sono state riproposte, con la stessa solfa, anche nel 2010. La fonte? Ovviamente un “anonimo imprenditore cinese”. Cosa ha raccontato? Pubblica umiliazione per i giocatori; allenatore ai lavori forzati.
Innanzitutto le prime notizie, giunte dal quotidiano Chosun Sinbo e confermate dalle agenzie coreane parlavano di festeggiamenti al ritorno dei calciatori in patria: «Secondo il Chosun Sinbo, quotidiano stampato a Tokyo dalla comunità nordcoreana in Giappone, ad attendere i giocatori, oltre ai funzionari, sarebbero stati presenti anche tifosi e familiari; la testata scrive che i giocatori, vedendo la calda accoglienza, hanno riguadagnato il sorriso. Conclude così il Chosun Sinbo:  "I funzionari hanno confortato i giocatori dicendo di aver apprezzato il loro lavoro. Il commento dominante è stato sui giocatori che daranno risultati positivi in futuro se faranno leva su fiducia ed esperienza acquisita con la partecipazione alla Coppa del mondo sudafricana[6].
Nei giorni successivi Radio Free Asia, che, non serve ricordare, è finanziata dal congresso USA[7], ha cominciato a parlare della “repressione”: umiliazione pubblica! O meglio “umiliazione davanti ai vertici del partito”. Detto che non dovrebbe essere considerato “violazione dei diritti umani” la critica sportiva anche umiliante agli atleti, altrimenti bisognerebbe invocare la Corte dell’Aja per il Processo di Biscardi o per la Gazzetta dello Sport (e per tutta la stampa sportiva, in particolare calcistica, europea), le notizie sono state smentite dalla Radio ufficiale coreana[8], da un’intervista rilasciata in Russia da Hong Yong Jo[9] e, soprattutto dall’inchiesta promossa da FIFA e AFC[10].
D’altronde ci sono diversi dati oggettivi che smentiscono queste voci:
-i giocatori che militavano all’estero sono ritornati nelle loro squadre da subito. Quindi oltre ai Zainichi, anche Hong Yong Jo, in Russia, e Cha Jong Hok, in Svizzera, erano stati esentati?
-l’allenatore Kim Jong Hun, oltre a non essere stato internato o mandato ai lavori forzati, è diventato allenatore della squadra 25.4, la squadra dell’esercito, la più forte del campionato coreano
-uno degli elementi presenti in SudAfrica, Ri Kwang Chon, nonostante il presunto “processo pubblico” è stato premiato dal Partito del Lavoro di Corea come miglior giocatore del 2010. Un po’ strana questa “punizione”…
-la quasi totalità della squadra presente in Sud Africa (praticamente tutti i titolari, quindi i “responsabili”) sono stati riconfermati sia nei due tornei in Vietnam sia nella Coppa d’Asia.

 
 
 

 


[1]http://calciocorea.splinder.com/post/23916790/an-yong-hak-i-nostri-giovani-hanno-un-grande-potenziale
[2]http://calciocorea.splinder.com/post/23959987/could-the-next-messi-be-in-north-korea
[3]http://www.france24.com/en/20080929-swiss-soccer-team-signs-north-korea-players-football-concordia-basel
[4]http://www.corriere.it/sport/speciali/2010/mondiali-calcio-sudafrica/notizie/18-giugno-nord-corea_8f0103fa-7aac-11df-aa33-00144f02aabe.shtml
[5]http://www.kattoliko.it/leggendanera/modules.php?name=News&file=article&sid=408
[6]http://www.repubblica.it/speciali/mondiali/sudafrica2010/squadre/corea-del-nord/2010/06/30/news/corea_del_nord_paura_sanzioni-5282883/
[7]“Radio Free Asia (RFA) is a private radio station established by the United States Congress and funded by the Federal Government of the United States” http://en.wikipedia.org/wiki/Radio_Free_Asia
[8]http://www.adnkronos.com/IGN/News/Sport/Calcio-Corea-Nord-radio-smentisce-punizione-e-ct-Hun-torna_831451336.html
[9]http://www.fc-rostov.ru/press/news/smi/page2.html/4646/
[10]http://www.adnkronos.com/IGN/News/Sport/Calcio-Fifa-nessun-caso-con-Federazione-nordcoreana_770045222.html

So Foot n.38: reportage su Jong Tae Se, Kim Kuk Jin, Cha Jong Hyok

La rivista francesce So foot ha dedicato il suo reportage ai tre calciatori coreani che giocano in Europa: Jong Tae Se, al Bochum VFL, e Kim Kuk Jin e Cha Jong Hyok, al Wil FC.

Questo la presentazione del reportage presente sul sito:

– Bienvenue à Kim-Jong Wil. Visite à Wil, en Suisse, où évoluent Kim Kuk-jin et Cha Jong-hyok, deux des trois Nord-Coréens autorisés par le terrible Kim Jong-il à évoluer à l’étranger. Sous la haute surveillance de l’inquiétant Mister O.

– La mouche Tae-se. Devenu célèbre pour ses larmes versées en Afrique du sud, le “Rooney asiatique” est le troisième Nord-Coréen à jouir du droit de jouer pour un club européen. Ça se passe à Bochum, en Allemagne. Rencontre avec un homme “presque” libre.

Natualmente il tono degli articoli sempra condito dalla solita propaganda contro la RPD di Corea, ma crediamo sia comunque articoli che meritano di essere letti per conoscere i tre calciatori della nazionale coreana.

fonte: SoFoot.com

DPRK to Make 2011 Successful Year in Sports

DPRK to Make 2011 Successful Year in Sports

Pyongyang, January 14 (KCNA) — The DPRK in the New Year joint editorial set a goal to put the nation′s sports on a higher level.
The joint editorial stressed the need to raise a hot wind across the country to make Songun Korea widely known as a football and sports power.
The DPRK made signal successes in sports last year.
The DPRK men′s football teams placed first at the AFC Challenger Cup Tournament, U-19 Asian Soccer Championship, U-16 Asian Soccer Championship, 4-nation Soccer Tournament in Qatar and the International Tournament for the Vietnam Football Association Cup.
The DPRK women′s team won a birth to the 2011 Women′s World Cup.
DPRK players grabbed world and Asian titles in shooting, weight-lifting, boxing and various other events.
The DPRK is now channeling efforts into the development of football while positively pushing forward the drive to put sports on a popular and scientific basis and train reserve players. 

Fonte: KCNA