Monthly Archives: marzo 2012

Vittoria in rimonta e la Challenge Cup è coreana!

La Corea Popolare conferma il ruolo di leadership nel calcio emergente asiatico vincendo per la seconda volta consecutiva l’AFC Challenge Cup, battendo in finale il rivale più temuto: il Turkmenistan.
In Nepal, spavento iniziale, con vantaggio turkmeno al secondo minuto con Shamuradov, rompendo l’imbattibilità della difesa coreana.
La Corea non si scompone e al 32′ con il giovane talento Jong Il-Gwan ottiene il pareggio.
Pak Kwang-Ryong, al 55′, viene fermato ad un passo dal gol del vantaggio e pochi minuti dopo è Jong Il-Gwan ad andare vicino alla rete. La Corea controlla il campo.
Il Turkmenistan si fa pericoloso con una traversa e perde l’occasione d’oro per la vittoria quando all’83’ Shamuradov sbaglia clamorosamente un calcio di rigore.
Reagiscono i coreani che ottengono un’altra massima punizione per un fallo su Pak Kwang-Ryong: questa volta Jang Song-Hyok (autore del fallo precedente) è freddo: rete! 2-1 per i coreani.
Il finale è controllato dagli uomini di Yun Jong-Su, che ottengono oltre alla vittoria nel torneo, la qualificazione nella Coppa d’Asia australiana del 2015.
Questi i coreani scesi in campo:
1-Ri Myong-Guk
5-Ri Kwang-Chon
12-Jon Kwang-Ik
14-Pak Nam-Chol
20-Ri Kwang-Hyok
19-Jang Kuk-Chol (53′ 25-Kim Ju-Song)
4-Pak Nam-Chol
8-Ri Myong-Chol
17-An Yong-Hak (73′ 23-Jang Song-Hyok)
10-Pak Kwang-Ryong (92′ 22-Pak Song-Chol)
11-Jong Il-Gwan

Pak Nam-Chol è stato votato miglior giocatore del torneo.

Questa il primo video disponibile: il rigore decisivo di Jang Song-Hyok:

Corso FIFA a Pyongyang

Pyongyang, March 16 (KCNA) — A FIFA premier coaching course was held at Kim Il Sung Stadium in Pyongyang from Saturday to Thursday.

Coaches from various sports teams of the country took part in the course, divided into theoretical and practical sections.

The course focused on such issues as footballers’ physical and mental conditions before match and team’s attack and defense tactics and goal-in.

It was officiated by Detlev Bruggemann, a technical instructor of FIFA.

Doppio Pak Kwang-Ryong ed è finale!

Pak Kwang-Ryong, appena arrivato da Basilea, è l’uomo partita di un’ottima Corea.
Grazie ad una doppietta del giovane attaccante, al 42′ e al 69′, i coreani superano la Palestina e raggiungono il Turkmenistan nella finale dell’AFC Challenge Cup.
Yun Jong-Su parte subito con gli ultimi arrivati An Yong-Hak e Pak Kwang-Ryong e ha ragione: An gioca da schermo davanti alla difesa e blinda ulteriormente la retroguardia coreana, guidata con maestria dal capitano Ri Kwang-Chon, Pak invece, oltre ai due gol, fa un grande lavoro offensivo e arriva vicino alla rete in almeno altre due occasioni.
Difesa blindata, buona circolazione del pallone a centrocampo, un Ri Kwang-Hyok a destra particolarmente ispirato e un ottimo Pak Nam-Chol dietro alla punta: è questa la ricetta della vittoria finale.
Risultato sbloccato a pochi minuti dalla fine del primo tempo: gran bomba al volo di Pak Nam-Chol, palla che si stampa sulla traversa e batte sulla riga, Pak Kwang-Chon è reattivo e ribadisce in rete da pochi centimetri.
I Palestinesi, bloccati e ben controllati, dalla maggior esperienza e fisicità dei coreani non si riescono a rendere pericolosi e la RPDC spinge alla ricerca del secondo gol.
Prima ci prova Jong Il-Gwan, che manca da poco la deviazione decisiva, poi An Yong-Hak si fa stoppare un colpo di testa a colpo sicuro sulla riga. Ancora Corea con Pak Kwang-Ryong che impegna Abdhuammad di testa.
Al 69′ brutto errore difensivo degli arabi, Pak recupera il pallone, supera il portiere in uscita e batte a porta vuota: è il 2-0.
Pochi minuti Ri Kwang-Hyok, che salta come birilli almeno 5 difensori avversari, viene stoppato a pochi metri dalla porta.
Ultimi minuti con i campioni in carica che controllano la palla e non rischiano nulla.

Finale (lunedi 19) contro il Turkmenistan, che precedentemente aveva battuto le Filippine in rimonta, dopo il gol iniziale di Younghusband e marcature nei minuti finali di Amanow e Çoňkaýew.


Le Rovesciate Di Chollima

Le Rovesciate Di Chollima

http://www.laprivatarepubblica.com/le-rovesciate-di-chollima/

Ci sono due modi di guardare ai paesi socialisti e alle loro realizzazioni passate e, per quel poco che ne rimane, attuali: non volendo fare graduatorie di merito, definirò il primo “storico” e il secondo “antistorico”. Quest’ultimo consiste nel trattare l’ideologia socialista come una curiosità da Wunderkammer o da parco a tema: è l’approccio che normalmente i turisti occidentali adottano nel visitare le vestigia del Patto di Varsavia, e conseguentemente è anche il modo di presentare le cose che si ritrova a Berlino, a Budapest, a Praga e in ogni altro luogo dove della passata e sconfitta epoca socialista si possa fare un business, per quanto minimo. In questo modo tutto ciò che attiene ai regimi comunisti è, se non proprio messo in ridicolo, guardato in tralice, con divertito distacco.

Questo atteggiamento è antistorico perché, con un evidente anacronismo, giudica le istituzioni, le politiche, perfino l’urbanistica e l’arte, insomma tutta la “civiltà socialista”, come se questa fosse stata già dall’inizio destinata alla sconfitta, e dunque come espressioni di un mondo tutto sommato minore o predestinato alla dannazione. Nel peggiore dei casi ciò genera valutazioni sprezzanti, discriminatorie e inaccettabili; nel migliore, dà vita a un fastidioso paternalismo e a un approccio ironico verso cose serissime.

Marco Bagozzi, nel suo “Con lo spirito Chollima1”, sceglie invece l’approccio storico: anche se quello trattato è un aspetto certamente secondario di un paese socialista (in questo caso la Corea del Nord), pure nell’opera non c’è traccia di pregiudizio sarcastico o sorridente. Il libro descrive in pratica, con l’ausilio anche di una meravigliosa appendice fotografica e con un paio di interessanti divagazioni (lo sport nello sforzo di riunificazione delle due Coree, l’esperienza di un allenatore nordcoreano a Cuba), “55 anni di calcio della Repubblica Popolare Democratica di Corea”, come recita il sottotitolo. Tutto è oggettivo e brutalmente statistico, in quest’opera che in effetti ha più a che fare con la manualistica sportiva che con l’analisi politica. E d’altronde quest’ultima ambizione non è dichiarata né sottintesa: quello che si mostra è una semplice successione di nomi e cifre, che dev’essere costata un’indagine lunga e difficile e, ora sì, pregiudiziale.

Dico “pregiudiziale” perché non ci si accosta a un argomento tanto difficile e assieme marginale se non si è animati dal sacro fuoco di una passione pre-esistente; ma ogni storico sa che il miglior modo per dimostrare rispetto e amore a un pezzo di storia umana è non inquinarlo con interpretazioni di parte e esaltazioni fuori luogo. Mettere in luce una verità nascosta è invece il modo migliore per omaggiare un’esperienza e una storia; Bagozzi – collaboratore della rivista di studi geopolitici Eurasia e anima dell’imperdibile blog Chollima Football Fans – queste cose le sa, e dalla sua penna volutamente avara di divagazioni il calcio nordcoreano si mostra davanti ai nostri occhi nudo, onesto, vero.

Il valore di questa crudezza, a mio parere, è duplice: da un lato gli appassionati di calcio possono conoscere una realtà lontana, sconosciuta o peggio misconosciuta, senza giudizi invasivi e senza che qualcuno li guidi, non richiesto, su percorsi determinati; dall’altro lato, in questa nudità ascetica, appare evidente la grandezza e l’importanza degli eroi dello sport nordcoreano, anche e soprattutto quando – come in questo caso – si è lontani da ogni celebrazione retorica e di parte.

I calciatori nordcoreani sono per noi degli alieni, e la loro realtà è quanto di più lontana dallo stereotipo europeo della loro professione. Divisi come sono tra una militanza e valenza nazionale e politica inevitabile per un atleta socialista e una pratica del calcio come sport socialista per eccellenza (per le sue caratteristiche di sforzo collettivo e di gioco di squadra), essi somigliano a certi rivoluzionari europei di un tempo: ma non a quelli delle rivolte comuniste, bensì a quelli cinquecenteschi, in cui convivevano la lotta terrena e la rincorsa al cielo. Se Thomas Müntzer avesse conosciuto il calcio (sport che avrebbe apprezzato molto, proprio perché è insieme fango e gloria), d’altronde, non ho dubbi che si sarebbe commosso davanti alle lacrime di Jong Tae-Se…

Ai lettori sta invece di apprezzare l’opera di Bagozzi, avvicinandosi a essa senza risatine e senza ideologie; un po’ come gli abitanti di Middlesbrough impararono ad apprezzare i calciatori della Corea del Nord che nel 1966 si allenò e giocò sul terreno dell’Ayresome Park, dove i coreani batterono l’Italia di Bulgarelli, Rivera e Facchetti, fino a seguirli in 3.000 al Goodison Park di Liverpool per sostenerli nell’assurdo e sfortunato quarto di finale contro il Portogallo2. Perché, come insegna questo libro, ci si può effettivamente innamorare di uomini e atleti che in condizioni spesso difficili onorano il proprio sport e la propria bandiera; e per farlo non c’è bisogno di essere faziosi o fanatici, ma solo di nutrire rispetto per chi, quel rispetto, l’ha meritato sul campo di gioco.

(Il libro di Marco Bagozzi, “Con lo spirito Chollima”, è acquistabile su “Chollima Football Fans“.)

Chollima è il cavallo alato della mitologia coreana, utilizzato anche dalla propaganda socialista della Corea del Nord come simbolo di eroismo e di prodigioso valore. È inoltre il soprannome della squadra di calcio nazionale. [↩]
La spedizione nordcoreana ai mondiali del 1966 è peraltro raccontata nell’ottimo documentario inglese “The game of their lives“, visionabile su YouTube. [↩]

Prova di forza: 4-0 all’India.

Nell’ultima, ininfluente, partita del girone B della Challenge Cup la RPDC ha piegato i rivali indiani con il netto risultato di 4-0.
Le reti sono state messe a segno da Jon Kwang-Ik 3′, Ri Kwang-Hyok 34′, Pak Nam-Chol I 59′, Ri Chol-Myong 70′.

Yun Jong-Su ha fatto riposare alcuni titolari, questa la formazione che è scesa in campo:
1-Ri Myong-Guk (62′ 18-Kim Myong-Gil)
5-Ri Kwang-Chon
12-Jon Kwang-Ik
14-Pak Nam-Chol
20-Ri Kwang-Hyok
23-Jang Song-Hyok
4-Pak Nam-Chol (61′ 15-Ri Hyon-Song)
8-Ri Chol-Myong
19-Jang Kuk-Chol
11-Jong Il-Gwan
13-Jan Myong-Il (53′ 25-Kim Ju-Song)

Altra soddisfazione per i coreani: Pak Nam-Chol è, assieme al filippino Phil Younghusband, capocannoniere del torneo con 3 reti. Il nuovo ruolo da attaccante di movimento, evidentemente, gli calza a pennello.

Nell’altra partita del girone premiate le Filippine, che superano 2-1 il Tajikistan.

Queste le semifinali, che si giocheranno il 16:
Turkmenistan-Filippine
RPDC-Palestina

Yun Jong-Su si dice pronto ad affrontare i palestinesi, per i quali ha pronta una nuova “strategia di gioco”.

Ri Kwang-Chon e Choe Kum-Chol al Muangthong United

Come anticipato nei giorni scorsi, il Muangthong United, formazione di spicco del campionato thailandese, ha confermato di aver firmato i due calciatori coreani Ri Kwang-Chon e Choe Kum-Chol.
Nonostante queste notizie vadano prese con le molle ci sentiamo di darne l’ufficialità, visto che è confermata sia dal sito ufficiale della squadra sia dal sito della federazione thailandese.
Ri Kwang-Chon è un difensore centrale, 26 anni, è capitano della nazionale. Recentemente aveva firmato per il Tianjin Teda (massimo campionato cinese) ma ha avuto problemi con il permesso di soggiorno.
Attualmente è impegnato nell’AFC Challenge Cup.
Choe Kum-Chol è un attaccante rapido, 25 anni, negli ultimi tempi è stato chiuso in nazionale dall’esplosione di Jong Tae-Se e dai giovani Pak Kwang-Ryong e Jong Il-Gwan.
Ri Kwang-Chon vestirà la maglia numero 5.
Choe Kum-Chol la maglia 9.

Un grande in bocca al lupo ai nostri ragazzi per la nuova avventura!

Ovviamente rimaniamo alla ricerca di collaboratori che possano seguire questi campionati e in particolare i due coreani.

AFC Challenge Cup: semifinale con la Palestina.

Nell’ultima giornata del girone A confermate le vittorie di Turkmenistan (3-0 sul Nepal) e Palestina (2-0 sulle Maldive), con i secondi che sfideranno la Corea Popolare, già certa del primo posto nel girone B in semifinale.

Domani, per la RPDC sfida contro l’India, utile per utilizzare i giocatori che ancora non hanno giocato e per far riposare i titolari.
Sfida decisiva tra Tajikistan e Filippine, entrambe ferme a 3: chi vince incontra il Turkmenistan nell’altra semifinale.