Due parole sul “caso Jong Tae-Se”

Nel febbraio del 2013 l’AFC confermò che Jong Tae-Se poteve godere di tutti i diritti di un cittadino sudcoreano nelle competizioni nazionali (KLeague) e internazionali (AFC Champions League). La scelta di ottenere quindi la “terza” cittadinanza calcistica (oltre a quella giapponese, di nascita, e nordcoreana, di eleggibilità) ha avuto come conseguenza l’esclusione di Jong Tae-Se dalla possibilità di essere convocato per la nazionale di Pyongyang: non una questione regolamentare (per la FIFA è comunque un calciatore nordcoreano), ma una questione politica. Non è amissibile, per Pyongyang, reclamare diritti di cittadinanza sia a nord che a sud.

La scelta di giocare al Sud invece non era considerata escludente: già An Yong-Hak giocò al Sud (Busan I’Park, tra il 2006 e il 2007) mentre era continuativamente convocato in nazionale.

In linea con quanto deciso da Pyongyang, il nostro blog cesserà di considerare Jong Tae-Se un giocatore Chollima, non rinnegando nulla del passato calcistico di Jong con la nazionale.