Qualche parola sulla Coppa d’Asia

A detta di Jo Tong-Sop la Coppa d’Asia serviva a far immagazinare esperienza ad un gruppo giovane in vista delle prossime scadenze ritenute prioritarie da Pyongyang: la qualificazione alle Olimpiadi di Rio (2016) e ai Mondiali russi (2018). Nonostante ciò credo che durante la Coppa d’Asia si sarebbe potuto fare di più.

LE DELUSIONI:
L’intera fase difensiva: Troppo ballerina ed inclina agli errori individuali, è mancato il leader capace di rialzare i compagni nei momenti di maggior difficoltà (ad esempio, durante il secondo tempo contro i sauditi). Perchè rinunciare così rapidamente ad un elemento di grande esperienza come Ri Kwang-Chon? In un momento di “trapasso generazionale” alcuni punti fermi vanno confermati.
Pak Song-Chol: doveva essere il leader ma si è dimostrato troppo poco incisivo a questi livelli. Anche in questo caso pesa come un macigno la rinuncia a Pak Nam-Chol.
Jo Tong-Sop: troppo rinunciatario e difensivista. Ridurre il talento di Jong Il-Gwan ad un ruolo di comprimario sulla fascia non ha pagato e alcune scelte non hanno convinto. E’ arrivato il momento di introdurre un allenatore straniero che porti nuove metodologie di allenamento e contribuisca allo sviluppo di tutto il movimento?

LE NOTE LIETE
Pak Kwang-Ryong: deve fare reparto da solo, isolato in avanti. Ma dimostra di essere un attaccante completo. Supportato a dovere avrebbe fatto sicuramente di più. Giusta la scelta di puntare su di lui anche in prospettiva futura.
Ri Yong-Jik: trovato l’erede Zainichi di An Yong-Hak. E’ stato indubbiamente uno dei più positivi e dovesse cominciare a giocare con continuità in Giappone sarebbe sicuramente un elemento su cui costruire anche in futuro, visto che ha appena 23 anni.