Dennis Rodman torna in Corea del Nord: visita ad un amico o missione diplomatica?

Dennis Rodman torna in Corea del Nord: visita ad un amico o missione diplomatica?

Anche se dice di non essere un diplomatico, l’ex campione dei Chicago Bulls Dennis Rodman è sceso di nuovo in campo per avvicinare Stati Uniti e Corea del Nord. Sarà una coincidenza, visto che pochi giorni fa è stata cancellata una visita ufficiale che l’amministrazione Obama aveva programmato da tempo, con l’invio del suo delegato speciale per i diritti umani Bob King, l’ex star della Nba è atterrato ieri a Pechino, destinazione Pyongyang, per incontrare di nuovo il giovane dittatore Kim Jung un. Intervistato durante lo scalo, Rodman ha detto che “cercherà di creare un ponte” tra i due Paesi, e che ha in programma una cena con il leader nordcoreano stasera o domani.

Quando poi i giornalisti (fonte Financial Times) gli hanno chiesto se intende fare pressione per la liberazione di Kenneth Bae – il cittadino americano di origini sudcoreane condannato da Pyongyang a 15 anni di lavori forzati, motivo scatenante della rottura con gli USA – Rodman ha risposto: “Non sono un diplomatico, sono sono qui per trascorrere del tempo con lui e la sua famiglia”. Eppure, pochi giorni dopo la condanna a Bae, a inizio luglio, l’ex campione aveva fatto sentire la sua voce su Twitter chiedendo al leader politico “il favore di rilasciare Kenneth Bae”.

E già qualcuno pensa che Rodman possa avere nella vicenda un ruolo più o meno simile a quello che nella Crisi di Cuba tra USA ed URSS del 1962 ebbe un cittadino sovietico, Aleksandr Formin: le storie infatti si assomiglierebbero. Da anni residente negli Stati Uniti, ma amico di lunga data di Nikita Kruscev, Formin fu decisivo nella trattativa segreta con John Fitzgerald Kennedy per il ritiro dei missili da Cuba, allora fresca di rivoluzione castrista. Una situazione quasi identica per Rodman, che per quanto abbia conosciuto il leader nordcoreano soltanto lo scorso febbraio, il suo personaggio eccentrico, coperto di tatuaggi e con alle spalle una relazione con la cantante Madonna – ha incuriosito e interessato da subito il capo di uno degli ultimi regimi dittatoriali rimasti nel globo. Tanto da dedicargli una partita amichevole di basket e una serata di festa a palazzo.

Dopo quel breve soggiorno, Rodman ha assicurato di aver trovato “un amico per la vita”, un interlocutore con cui – secondo Daniel Pinkston dell’ International Crisis Group – Rodman può parlare, avendo un certo ascendente.

Sarà così?

Fonte: Basketinside

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