Monthly Archives: marzo 2012

Lontano dagli occhi, lontano dal campionato

Pubblichiamo questo articolo dell’amico Damiano Benzoni, che racconta la particolare situazione di una delle squadre dell’estremo oriente russo a pochi chilometri dalla Corea Popolare: Luč-Energija Vladivostok.
Nell’articolo si parla anche del “derby” con lo SKA-Energija Chabarovsk, che nello scorso ottobre è stata ospitata in Corea, per il Peace Cup.

Lontano dagli occhi, lontano dal campionato

Dinamo Babel

È la squadra più isolata del mondo. Il Luč-Energija Vladivostok gioca allo Stadio Dinamo, a poche decine di metri dal mar del Giappone, a meno di 100 km dalla Cina e meno di 200 dalla Corea del Nord. E a più di 6400 km da Mosca, in linea d’aria: dalla capitale russa, per arrivare all’altro capo della Transiberiana, si impiega una settimana; in aereo il viaggio dura almeno sette ore. Considerando che la stragrande maggioranza delle squadre del campionato russo è situata nella parte occidentale della Federazione, e che le prime tre divisioni del campionato – il Luč-Energija è nella seconda divisione, dopo esser stata retrocessa nel 2008 dalla Prem’er-Liga – non subiscono alcuna divisione geografica o regionale, Vladivostok rappresenta una delle trasferte più dure del campionato, come racconta Mark Gilbey nella sua rubrica Never Mind the Bolsheviks su FourFourTwo.

Nel 2006 tre fan dello Zenit San Pietroburgo affrontarono la trasferta con una macchina vecchia vent’anni: il veicolo, giunto a Vladivostok, non fu più in grado di partire. I tre tifosi tornarono in treno con la Transiberiana, giusto in tempo per la successiva partita della loro squadra: lo Zenit premiò l’attaccamento alla squadra regalando loro una macchina nuova, mentre quella usata per il viaggio è ora esposta nel museo del club. Nella seconda divisione russa solo un altro club viene dall’estremo est del paese: si tratta del SKA-Energija Chabarovsk, contro cui il Luč-Energija giocherà lunedì. Per lo SKA-Energija la trasferta sarà un sospiro di sollievo, visto che la distanza tra Vladivostok e Chabarovsk è di “soli” 800 km: Chabarovsk sorge a nord di Vladivostok, alla confluenza tra i fiumi Amur e Ussuri, poco più di 20 km dal confine cinese.

La distanza delle due città dal resto del campionato di seconda divisione pone non pochi problemi logistici, tanto che solitamente la lega è organizzata in modo da accorpare le partite in trasferta a Chabarovsk e Vladivostok in due date consecutive per permettere alle squadre occidentali un unico viaggio. Il portiere del CSKA Mosca Igor’ Akinfeev, dopo una sconfitta 4-0 maturata in trasferta a Vladivostok, affermò che il Luč-Energija avrebbe dovuto giocare nel campionato giapponese. Se per le altre squadre del campionato la trasferta è un affare problematico, ma limitato a un’unica occasione l’anno, la faccenda è molto più complicata per i giocatori delle due squadre, che devono affrontare un numero maggiore di trasferte pesanti. Il manager della squadra di Vladivostok Sergej Pavlov, intervistato dalla UEFA, dichiarò: “Ci servono due giorni per adattarci quando viaggiamo a Mosca, ma quando torniamo a casa ci serve una settimana per tornare alla normalità. È terribile che nessun programma di recupero scientifico riesca ad aiutare la squadra. Non c’è nessuna ricetta segreta: il problema è più duro per noi che per chiunque altro”.

Il primo aprile il Luč-Energija dovrà affrontare quella che è la trasferta di campionato più lunga al mondo, quando si recherà a Kaliningrad, nell’exclave baltica della Federazione Russa, per giocare contro il Baltika Kaliningrad. Il viaggio, nove ore e mezza di aereo, copre una distanza in linea d’aria di quasi 7400 km.

Calcio: la nazionale della Corea del Nord conferma l’alto tasso tecnico raggiunto

Calcio: la nazionale della Corea del Nord conferma l’alto tasso tecnico raggiunto

Stato e Potenza – Marco Bagozzi

Il rigore con cui Jang Song-Hyok consegna la vittoria dell’AFC Challenge Cup alla Corea Popolare, lunedì scorso in Nepal, certifica un dato inequivocabile: la pianificazione sportiva della Federazione calcistica di Pyongyang sta dando risultati sorprendenti. Nell’arco degli ultimi quattro anni, possiamo tranquillamente permetterci di parlare di “ciclo”: a livello maschile trionfo nei Campionati Mondiali Militari del 2007 (in cui la Corea è oggettivamente aiutata dalla struttura socialista della società), due vittorie nella Challenge Cup (2010, 2012, oltre ad un terzo posto nel 2008), primo posto sia nei campionati asiatici Under-16 sia nell’Under-19 (2010), vittorie in tornei amichevoli, ma comunque prestigiosi, come il Torneo Internazionale di Doha (2009), il Thang Long Cup (2010), il VFF Sonha Cup (2010), condite dalla partecipazione al Mondiale sudafricano (2010), alla Coppa d’Asia (2011), a due Mondiali under-20 (2007 e 2011) e due Mondiali under-17 (2007, 2011); per le femmine invece primo (2008) e secondo (2010) posto in due Coppe d’Asia, una vittoria (2007) e un secondo posto (2011) per l’Under-19, una vittoria (2007) e due secondi posti (2009 e 2011) per l’Under-16, condite da due partecipazioni ai Mondiali per nazionali maggiori (2007 e 2011), due partecipazioni nei Mondiali under-20, con un secondo posto nel 2008, e la vittoria nel Mondiale under-17 (2008) ed un quarto posto (2010), oltre alla partecipazione Olimpica del 2008. Vanno inoltre sommati i premi personali a livello continentale con il “pallone d’oro femminile” per Ri Kum-Suk nel 2007 (con un secondo posto nel 2008) e i due premi per “giovane asiatico dell’anno” a Kim Kum-Il (2007) e Jong Il-Gwan (2011).
Questa rapida carrellata degli ultimi 4 anni di trionfi sono corroborati dal fatto che nei 4 tornei per nazionali messi in palio dalla Federazione Asiatica attualmente la Corea Popolare è campione in carica di tre manifestazioni (come detto Challenge Cup, Under-19 e Under-16, manca solo la Coppa d’Asia vinta dal Giappone): siamo di fronte ad un vero e proprio “triplete”!
I risultati valgono ancora di più se consideriamo che la Federazione coreana mette in campo solo risorse interne: nel campionato nazionale non ci sono giocatori stranieri, i tecnici sono tutti coreani e i giocatori che militano in campionati esteri sono ridotti al minimo e, salvo pochi casi, non sono le “stelle” della Nazionale.
Questa forma di autarchia calcistica ha dei vantaggi oggettivi, ma comporta anche una serie di svantaggi: la mancata “internazionalizzazione” delle esperienze dei calciatori (aggravata dal fatto che le squadre di club coreane non partecipano alle Coppe per club asiatiche) e il mancato aggiornamento tecnico di alcuni allenatori (anche se Yun Jong-Su, il tecnico della Nazionale, sta mettendo in pratica due moduli attualissimi: dal 4-2-3-1 di mourinhiana memoria con i due esterni offensivi che si operano in copertura, al 4-3-3 stile Barcelona con Pak Nam-Chol “finto” attaccante, quando si gioca senza una delle due prime punte principali: Jong Tae-Se e Pak Kwang-Ryong).
L’AFC ha certificato questo stato di “potenza calcistica” della RPDC promuovendo la federazione nella categoria “Nazioni sviluppate”, che racchiude le 15 squadre più forti d’Asia.
Come detto e come già anticipato nel precedente articolo di presentazione della Manifestazione, l’AFC Challenge Cup 2012 si è chiusa con il trionfo coreano, ottenuto grazie a 5 vittorie in 5 partite, 12 gol fatti e solo 1 subito (nella finale contro il Turkmenistan), avvalorato dal premio personale di Pak Nam-Chol come miglior giocatore del Torneo.
La Corea ha presentato una serie di individualità di assoluto valore: Ri Kwang-Chon, il capitano, ha confermato di essere uno dei difensori asiatici più forti ed è in procinto di passare alla squadra Tailandese del Muangtong United, Ri Kwang-Hyok a destra non ha fatto rimpiangere l’assente titolare Cha Jong-Hyok, Jong Il-Gwan si è sdoppiato tra attacco e centrocampo nel ruolo “mourinhano” di esterno offensivo, senza perdere la qualità tecnica di cui è in possesso, Pak Kwang-Ryong nonostante abbia giocato solo le due partite finali (precedentemente era rimasto a Basilea per partecipare alla sfortunata trasferta di Champions League), ha dimostrato di essere un attaccante capace di spostare gli equilibri a questo livello (doppietta contro la Palestina e grande protagonista in finale).
Il Turkmenistan non ha tradito le attese centrando la seconda finale (persa) consecutiva, grazie alle ottime prestazioni di Berdi Samyradow, autore della rete illusoria nell’ultima sfida.
Al terzo posto sono finite le Filippine, capaci di superare la Palestina, grazie ad una prestazione ottima di Phil Younghusband, capocannoniere del torneo (con 6 reti) e promessa assoluta del calcio asiatico (è cresciuto nell’Accademy del Chelsea). Particolare interesse ha suscitato anche il portiere Neil Etheridge, le cui ottime prestazioni hanno suscitato entusiasmo fra i tifosi di nepalesi.
La Palestina, bloccata solo dalla Corea, ha vissuto di rendita grazie allo stato di grazie della coppia d’attacco composta da Abdelhamid Abuhabib e Fahed Attal.
Per le squadre eliminate al primo turno va segnalata l’ennesima delusione, come annunciato, firmata dall’India: nel girone certamente più difficile non riesce a segnare nemmeno una rete, chiudendo con 8 reti subite in 4 partite. Deludente anche il Nepal, padrone di casa: un cammino simile all’India, anche se con due reti in meno al passivo, nonostante la guida tecnica inglese di Graham Roberts.

Football Tournament Finished in DPRK

Pyongyang, March 20 (KCNA) — A football tournament took place at Kim Il Sung Stadium and Sosan Football Stadium in Pyongyang from February 20 to March 18.

13 men’s and 10 women’s teams competed in league matches.

The Amnokgang men’s team and the April 25 women’s team placed first, with nine wins and three draws in 12 matches and eight wins and one draw in nine matches respectively.

Meanwhile, the Rimyongsu men’s team and Ponghwasan women’s team finished second and Kigwancha men’s team and Sobaeksu women’s team third.

RPDC – Turkmenistan: il commento di un lettore

Ricordando che il blog è aperto a qualsiasi tipo di collaborazione, riportiamo in questo post il commento di un nostro lettore sulla gara finale dell’AFC Challenge Cup:

Allora..ho avuto l’occasione di vedermi parte del secondo tempo su streaming in diretta e devo dire che da quel che ho visto è stato un match duro e combattuto.
Con emozioni e sorprese, perchè due rigori di fila sono stati una sorpresa.. anche se non più di tanto considerando come entrambi i team lottavano per la vittoria.
Devo però sottolineare un BRUTTO episodio che non mi è piaciuto, sul finale quando mancava davvero poco alla fine: al 90+4 Pak Song Chol a terra vicino alla porta avversaria che è stato preso VOLUTAMENTE di mira da una pallonata tiratagli contro da Soyunov Shohrat a gioco (se non sbaglio) fermo. Cartellino giallo meritato ma mi sembrava da rosso francamente.

A parte questo piccola stonatura finale bellissime le celebrazioni a cui i nostri sono sembrati molto partecipi (con l’allenatore “lanciato in aria”) sicuramente per l’evidente soddisfazione di essersi anche qualificati per la prima volta nella storia alla Coppa Asia consecutivamente alla precedente qualificazione ( e senza interruzioni).

Una nota d’onore a Pak Nam Chol che pare sia stato l’uomo-partita, a Jong Il Gwan.. che comincia a farsi strada pian piano… senza esagerare ma segnando i goals importanti quando servono. Jang Song Hyok che tranquillo tranquillo si è fatto un bel rigore pulito decisivo quando magari altri più noti si sarebbero emozionati e avrebbero corso il rischio di sbagliare (come accaduto poco prima al capitano Turkmeno).

Michele mikicuccia@tiscali.it