Lontano dagli occhi, lontano dal campionato

Pubblichiamo questo articolo dell’amico Damiano Benzoni, che racconta la particolare situazione di una delle squadre dell’estremo oriente russo a pochi chilometri dalla Corea Popolare: Luč-Energija Vladivostok.
Nell’articolo si parla anche del “derby” con lo SKA-Energija Chabarovsk, che nello scorso ottobre è stata ospitata in Corea, per il Peace Cup.

Lontano dagli occhi, lontano dal campionato

Dinamo Babel

È la squadra più isolata del mondo. Il Luč-Energija Vladivostok gioca allo Stadio Dinamo, a poche decine di metri dal mar del Giappone, a meno di 100 km dalla Cina e meno di 200 dalla Corea del Nord. E a più di 6400 km da Mosca, in linea d’aria: dalla capitale russa, per arrivare all’altro capo della Transiberiana, si impiega una settimana; in aereo il viaggio dura almeno sette ore. Considerando che la stragrande maggioranza delle squadre del campionato russo è situata nella parte occidentale della Federazione, e che le prime tre divisioni del campionato – il Luč-Energija è nella seconda divisione, dopo esser stata retrocessa nel 2008 dalla Prem’er-Liga – non subiscono alcuna divisione geografica o regionale, Vladivostok rappresenta una delle trasferte più dure del campionato, come racconta Mark Gilbey nella sua rubrica Never Mind the Bolsheviks su FourFourTwo.

Nel 2006 tre fan dello Zenit San Pietroburgo affrontarono la trasferta con una macchina vecchia vent’anni: il veicolo, giunto a Vladivostok, non fu più in grado di partire. I tre tifosi tornarono in treno con la Transiberiana, giusto in tempo per la successiva partita della loro squadra: lo Zenit premiò l’attaccamento alla squadra regalando loro una macchina nuova, mentre quella usata per il viaggio è ora esposta nel museo del club. Nella seconda divisione russa solo un altro club viene dall’estremo est del paese: si tratta del SKA-Energija Chabarovsk, contro cui il Luč-Energija giocherà lunedì. Per lo SKA-Energija la trasferta sarà un sospiro di sollievo, visto che la distanza tra Vladivostok e Chabarovsk è di “soli” 800 km: Chabarovsk sorge a nord di Vladivostok, alla confluenza tra i fiumi Amur e Ussuri, poco più di 20 km dal confine cinese.

La distanza delle due città dal resto del campionato di seconda divisione pone non pochi problemi logistici, tanto che solitamente la lega è organizzata in modo da accorpare le partite in trasferta a Chabarovsk e Vladivostok in due date consecutive per permettere alle squadre occidentali un unico viaggio. Il portiere del CSKA Mosca Igor’ Akinfeev, dopo una sconfitta 4-0 maturata in trasferta a Vladivostok, affermò che il Luč-Energija avrebbe dovuto giocare nel campionato giapponese. Se per le altre squadre del campionato la trasferta è un affare problematico, ma limitato a un’unica occasione l’anno, la faccenda è molto più complicata per i giocatori delle due squadre, che devono affrontare un numero maggiore di trasferte pesanti. Il manager della squadra di Vladivostok Sergej Pavlov, intervistato dalla UEFA, dichiarò: “Ci servono due giorni per adattarci quando viaggiamo a Mosca, ma quando torniamo a casa ci serve una settimana per tornare alla normalità. È terribile che nessun programma di recupero scientifico riesca ad aiutare la squadra. Non c’è nessuna ricetta segreta: il problema è più duro per noi che per chiunque altro”.

Il primo aprile il Luč-Energija dovrà affrontare quella che è la trasferta di campionato più lunga al mondo, quando si recherà a Kaliningrad, nell’exclave baltica della Federazione Russa, per giocare contro il Baltika Kaliningrad. Il viaggio, nove ore e mezza di aereo, copre una distanza in linea d’aria di quasi 7400 km.