Monthly Archives: gennaio 2015

Formazione di giovani e giocatori in miniera: la Corea risponde

dall’intervista a goal.com
Domanda – Quali sono i progetti di formazione dei giovani calciatori?
Ri Kang Hong – Attualmente, in Corea, si rafforzano soprattutto i giovani calciatori di 10-15 anni; gli allenatori dei gruppi sportivi locali, fondamentalmente, sono tutti calciatori che hanno giocato in nazionale, loro hanno visto com’è il mondo. Per prima cosa si tengono delle selezioni, una volta l’anno, in tutte le provincie del paese – che sarebbero l’equivalente delle prefetture giapponesi -, dove si raccolgono i germogli migliori, e le ultime prove si tengono a Pyongyang. Per ogni anno scolastico si individuano trenta allievi e venti allieve, cinquanta persone in tutto, per la formazione. Trascorso un periodo compreso tra sei mesi e un anno, i ragazzi selezionati tornano sul posto per partecipare a una serie di incontri d’allenamento; se non si fanno progressi, si viene scartati, perciò la competizione è molto accesa. Per questo motivo, i ragazzi, in gara, corrono con grande impegno, si danno un gran daffare.
Domanda – Secondo alcune notizie di seconda mano, dei calciatori sarebbero stati deportati in una miniera di carbone e costretti ai lavori forzati per via della sconfitta in Sudafrica.
Ri Kang Hong – Mandati in una miniera per aver perso? Niente del genere. [risata] In realtà, non si è fatto altro che tirare le somme sulle ragioni della sconfitta e sul perché siamo stati sconfitti per così tanto. Se si venisse mandati davvero in miniera, allora avrebbero dovuto deportare per primo il segretario generale della Federazione Calcistica Coreana, eppure lui è ancora segretario generale. Se si venisse puniti per aver perso nello sport, allora nessuno farebbe più sport. I funzionari del Partito Coreano del Lavoro, se commettono qualche errore, vengono davvero mandati a lavorare, insieme alla gente comune, perché provino in prima persona a vivere con loro. Sarà questo, forse, che gli altri paesi definiscono “lavoro forzato”, ma si tratta soltanto di fargli acquisire familiarità con il lavoro dei contadini.

Due parole sul “caso Jong Tae-Se”

Nel febbraio del 2013 l’AFC confermò che Jong Tae-Se poteve godere di tutti i diritti di un cittadino sudcoreano nelle competizioni nazionali (KLeague) e internazionali (AFC Champions League). La scelta di ottenere quindi la “terza” cittadinanza calcistica (oltre a quella giapponese, di nascita, e nordcoreana, di eleggibilità) ha avuto come conseguenza l’esclusione di Jong Tae-Se dalla possibilità di essere convocato per la nazionale di Pyongyang: non una questione regolamentare (per la FIFA è comunque un calciatore nordcoreano), ma una questione politica. Non è amissibile, per Pyongyang, reclamare diritti di cittadinanza sia a nord che a sud.

La scelta di giocare al Sud invece non era considerata escludente: già An Yong-Hak giocò al Sud (Busan I’Park, tra il 2006 e il 2007) mentre era continuativamente convocato in nazionale.

In linea con quanto deciso da Pyongyang, il nostro blog cesserà di considerare Jong Tae-Se un giocatore Chollima, non rinnegando nulla del passato calcistico di Jong con la nazionale.

Due giovani tifosi australiani

Mission in progress: Two young fans, Denim Nou, left, and Jayden Cook. Photo: Dallas Kilponen

All that 10-year-old Jayden Cook wanted were photos and signatures from players of the Democratic People’s Republic of Korea. He rushed to the squad with his Macarthur Rams jersey, armed with a black felt pen and a smile. They were international footballers, that’s all he knew.

But the boy from Campbelltown quickly learnt these footballers seemed to have less freedom than he did, as the players were quickly ushered away by stern team officials less than a minute later.

‘Enjoying football is taboo’

EXCLUSIVE: The country’s public relations officer has revealed the squad’s overpowering sense of duty to their people is greater than any pleasure derived from playing the game

By Takashi Sugiyama

A representative of North Korea has explained how enjoying football is considered taboo amongst their playing squad and secondary to the responsibility of representing the nation ahead of the Asian Cup.

The country kick off their Group B campaign on January 10 and must overcome Uzbekistan, China and Saudi Arabia to reach the knockout stages of the competition.

But while the colourful celebrations of several other Asian nations have lit up numerous international competitions, the North Korean mindset is somewhat different according to their public relations officer Lee Kang-Hong.

He told Goal: “To enjoy is taboo for us. I heard Japanese players told ‘we want to enjoy football’ but I can’t understand it. I think football lovers can enjoy it but the players, as representatives of the
country, have to think about their primary standpoint.”

The east Asian nation aren’t among the favourites to advance to the knock-out stages of the competition but remain confident of reaching the semi-finals.

Kang-Hong continued: “We aim to be in the last four (at this tournament). We are drawn in a difficult group but if we aim to participate in Olympic Games or World Cup, it is inevitable we will play such strong teams.

“China have tall players and they are a bit rough but we can cope with it. But I think our team play cleanly and we will stay true to our values.”

The use of the internet is heavily restricted in North Korea but typical rules have been relaxed so that rival nations can be watched prior to the tournament by the country’s coaching staff.

“We watch our opponents’ games via the internet. In our country we can’t access the internet on a regular basis and we must apply or register to use the internet so our FA can see the foreign info. Also ambassadors abroad have sent us relevant videos.”

Anche l’Egitto vuole Slišković?

Secondo quanto riportato dal giornale bosniaco “bosnahersek”, Blaž Slišković sarebbe sulla lista dei selezionati per allenare la nazionale egiziana. Contendono il ruolo al ct bosniaco il rumeno Dorian Marin, e due spagnoli Sergio Lopera e Juan Sabas.
Slišković non ha ne confermato ne smentito la voce.

fonte: http://www.bosnahersek.ba/sliskovic-preuzima-reprezentaciju-egipta/

Slišković: “Sono pronto per la panchina. Dopo la Coppa discuteremo”

 

in un’intervista a Bljesak.info, “Baka” Slišković ha dichiarato di essere ancora pronto a guidare la nazionale coreana dopo la Coppa d’Asia. “Fra qualche giorno rincominciamo i negoziati. Ho già incontrato i loro rappresentanti a Pechino e discusso molto, ma fino a quando non firmo non serve a nulla”.

“Mentre aspetto mi sto informando sui calciatori, ma non è facile. Ho lavorato in Cina e conosco la mentalità della zona: E’ un popolo obbediente abituato al duro lavoro e non vedo alcun problema. Il problema più grande sarà conoscersi e abituarsi al moderno stile di lavoro”

In merito a Denis Rodman, paragonato a Slišković: “ho seguito il suo lavoro lì. Mi piaceva guardarlo mentre giocava in NBA perchè era un grande combattente. Si, mi piacerebbe conoscerlo”.

“Io politica non la faccio. La mia politica è il calcio. Mi hanno chiamato per andare lì? Che problema c’è. Ci sarà anche un montenegrino che allenerà le loro squadra di pallamano”.

“ho già parlato con il mio manager, hanno ottime condizioni per gli allenamenti, ma inverni molto duri, potremmo spostarci in Cina od Australia”.

 

fonte: http://www.bljesak.info/rubrika/sport/clanak/baka-sliskovic-krece-na-put-u-pjongjang/105209